Grande dipinto olio su tela di Marco Benefial (Roma 1684-1764) raffigurante "Tobiolo e l'angelo".

Olio su tela, cm 120 x 165. Ottimo stato di conservazione.

Epoca: metà del Settecento



Il dipinto rappresenta un celebre episodio biblico; Tobia diviene cieco per una disgrazia e manda il proprio figlio Tobiolo nella regione della Media a riscuotere un credito.

Appena Tobiolo si mette in cammino gli si accosta un misterioso viandante che si dice pratico della Media ed è disposto ad accompagnarlo. Questi si presenta come Azaria, figlio di Anania. Il giovane non immagina certo quale personaggio celeste si celi sotto le spoglie del viandante, anche se questi dimostra subito una sapienza sovrumana consigliando al suo protetto di conservare il fiele di un pesce da lui pescato nel grande fiume Tigri, per le virtù terapeutiche da esso possedute: una volta ritornato a Ninive e usando proprio il fiele del pesce potrà far riacquistare la vista al padre. L'Arcangelo che accompagna Tobiolo è identificato in Raffaele.

In questa tela risaltano in particolare la sovrumana bellezza dell'arcangelo davanti al quale Tobiolo appare smarrito. Raffaele ordina con un gesto perentorio della mano destra di recuperare il grande pesce che nuota verso la riva; anche il cane di Tobiolo appare spaventato e si rifugia fra le gambe del padrone. La scena è ambientata in un bellissimo paesaggio centro-italiano con un gruppo di piante sulla destra, colline verdeggianti e un cielo primaverile percorso da bianche e spumose nubi. I colori sono accesi e vibranti, l'arcangelo indossa vesti chiare bianco-rosate che pongono in risalto la sua ultraterrena bellezza mentre Tobiolo veste con un abito di un'intensa tonalità di azzurro su cui risalta una fascia bianca.

Perizia della Dott.ssa Cav. Arabella Cifani, Storica dell'Arte, Perito d'Arte del Tribunale di Torino, Iscritta al Ruolo dei Periti e degli Esperti della Camera di Commercio di Torino.

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