Fausto Zonaro


Fausto Zonaro (Masi 1854-San Remo 1929), “Giovane ragazza orientale”, 1896?

Olio su tela, cm 43x56

firmato “F. Zonaro” in alto a sinistra.


Giovane Ragazza Orientale di Fausto Zonaro è un finissimo ritratto risalente al lungo periodo di permanenza in Turchia dell’artista veneziano. La fanciulla, dai tratti marcatamente mediterranei, è immersa in un’atmosfera ovattata, quasi fiabesca, da Mille e una Notte; lo sfondo sfumato del muro verde contrasta e mette in risalto la veste rosa, la cui scelta cromatica non è casuale, e anzi dialoga e evidenzia il colorito roseo delle guance. Semi nascosti da un velo candido, i capelli scuri e ricci della ragazza le cadono morbidi su fronte e zigomi, da cui fanno capolino profondi occhi neri: incastonati in una folta coltre di ciglia, guardano l’osservatore con forte intensità. L’affascinante bellezza orientale della giovane è evidenziata dal taglio delle dense sopracciglia e dal naso aquilino, leggermente pronunciato in punta; le labbra voluminose sono socchiuse in un timido mezzo sorriso. In questo quadro Zonaro utilizza una pennellata pastosa e sfumata, leggera come la brezza che accarezza il velo sul capo della ragazza. La pittura dei suoi ritratti, così intimi ed eterei, è un continuo dialogo tra trasparenze e sguardi.       



BIOGRAFIA


Fausto Zonaro nasce nel 1854 a Masi, in provincia di Padova. Manifesta ottime doti artistiche sin da bambino e, nonostante provenga da una famiglia povera (il padre è muratore), viene mandato a studiare presso un istituto tecnico in provincia di Rovigo. Più avanti si iscrive all’Academia Cignaroli di Verona, la cui direzione è affidata ad uno dei veristi veneziani più rinomati del tempo, Napoleone Nani; tra i suoi colleghi vi sono altri futuri artisti veneti, tra cui Favretto e Milesi. Grazie all’aiuto di alcuni mecenati si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma. Successivamente si trasferisce a Venezia dove dentro Palazzo Pesaro apre una piccola scuola di pittura; nel frattempo riceve delle commissioni dal duca e imprenditore padovano Camerini. Tra il 1885 e il 1888 Zonaro si reca spesso a Napoli, città che lo attrae particolarmente, stringendo amicizia coi pittori partenopei, soprattutto Attilio Pratella. Qui dipinge dei pastelli delle vedute della città e quello che è considerato il capolavoro del periodo napoletano, la grande tela Il banditore del 1886; le opere citate vennero successivamente acquistate dal duca Camerini. 

La fascinazione per la brulicante ed esotica Costantinopoli inizia con la lettura di scritti sulla città, come i romanzi degli scrittori francesi Théophile Gautier e Pierre Loti, che in Turchia aveva vissuto, e soprattutto il romanzo di Edmondo de Amicis del 1882, illustrato dal pittore romano Cesare Biseo. 

Nel 1891 la sua vita si stravolge quando, con un biglietto di terza classe, sale a bordo del Simeto della Navigazione Generale Italiana, seguendo le tracce dell’ex allieva Elisabetta Pante che due mesi l’aveva preceduto alla volta di Costantinopoli; per sostenersi economicamente impartiva lezioni di italiano e di pittura alle donne negli harem dei nobili ottomani. La Pante gli fornisce i primi contatti con l’ambasciata italiana e le istituzioni del luogo e nei primi anni Zonaro comincia a farsi conoscere artisticamente dagli aristocratici della città, ricominciando da zero il suo percorso: la prima esposizione non formale la svolge all’interno di una libreria della tipografia Zellich, fondata dal Dalmata Antonio Zellich nel 1869. 

Riesce a farsi maggiore pubblicità grazie alla pubblicazione di suo quadro, Il banditore, sulla copertina di Illustrirte Zeitung di Lipsia, un settimanale tedesco molto in voga tra l’alta borghesia, che pubblicava notizie di cronaca e rubriche riguardanti musica, arte e teatro. Zonaro si presenta quindi nella redazione di un quotidiano Turco in lingua francese, lo Stamboul, che pubblica il dipinto e la notizia del suo arrivo a Costantinopoli, garantendo all’artista incontri e commissioni da parte di molte ambasciate europee. Grazie alla fama assicurata dall’articolo, il pittore riesce ad instaurare un’amicizia con il ministro italiano Rosti, il quale lo mette in contatto con l’ambasciatore italiano Panza.

La notorietà di Zonaro giunge anche all’ambasciatore russo Alexandr Nelidov, che  rende disponibile all’artista un salone della sua ambasciata per gestire una scuola destinata alle facoltose mogli e figlie dei diplomatici europeei. 

 Proprio Nelidov e Panza presentano al Sultano Abdul-Hamid II l’opera Il reggimento imperiale di Ertogrul sul ponte di Galata, che acquista nell’immediato; grande mecenate, il sovrano nomina Zonaro Pittore di Corte e gli assicura un ragguardevole stipendio. 

Le commissioni del sultano sono molteplici: ritratti dei figli, studi dal vero nel Parco della Reggia e una serie celebrativa dell’entrata di Maometto II a Costantinopoli avvenuta il 29 maggio 1453, che il sovrano apprezza a tal punto da donare a Zonaro un palazzo di tre piani nel quartiere di Besiktas, adibito ad abitazioni dei funzionari di Palazzo. Il pittore destina i primi due piani ad un’esposizione permanente di tutte le sue opere e la galleria è visitata da facoltosi personaggi, come il Principe di Napoli Vittorio Emanuele di Savoia e la moglie nel 1903, ma anche il colonnello inglese Winston Churchill, il capo dell’esercito ottomano Enver Bey e il nipote del sultano, il Principe Abdulmecid. La moglie Elisa intanto continua ad insegnare pittura alle donne dell’Harem ottomano e si dedica alla fotografia.

Il felice decennio a Costantinopoli termina bruscamente nel 1909, quando il già citato capo dell’esercito, Enver Bey, con un colpo di Stato depone il Sultano Abdul-Hamid II e impone una costituzione: il pittore è costretto a tornare in Italia e, profondamente amareggiato, non fa mai più ritorno a Costantinopoli. La famiglia Zonaro si stabilisce così a San Remo, città marittima meta ambita di nobili russi e inglesi, che vi soggiornano per mesi; qui l’artista organizza mostre in tutta la Liguria e apre un atelier permanente.

La sua attività pittorica continua con vedute delle città della Costa Azzurra, commissioni di ritratti da parte dei nobili e dipinti orientalisti, che riscuotono comunque un discreto successo. Gli ultimi anni di Zonaro sono costellati da tristi avvenimenti, primo tra tutti la morte durante il conflitto mondiale del primogenito nel 1915, poi la scomparsa dell’amata figlia Jolanda, consumata giovanissima dalla tubercolosi nel 1922. Fausto Zonaro, nominato cittadino onorario sanremese, si spegne nel 1929; i suoi funerali avvengono con onoranze pubbliche. 

Molte delle opere di Zonaro sono conservate nei più importanti musei di Istanbul, tra cui il Topkapi, il Palazzo Imperiale di Dolmabahçe e il Museo Militare. Altre pitture sono esposte nella Galleria degli Uffizi e nella Galleria di Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze, nella Galleria di Arte Moderna di Milano e nel Museo Civico di Padova.



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