Gaetano Chierici, Gioie materne, circa 1900
olio su tela, 45 x 55,4 cm
firmato a sinistra al centro "Chierici G."
Nelle scene di vita familiare, l'artista si tiene volutamente al di fuori delle codificate leggi della pittura di genere. Ritrae perlopiù madri e bambini, qualche animale domestico, pochi fiori e ortaggi, scelti in base alle loro forme e ai loro colori. A questa quanto mai ricca e fortunata produzione appartiene anche Gioie Materne - di cui sono note tre versioni -, straordinario esempio di semplicità, di veridicità, di autentica poesia composta e recitata con accenti lievi, delicati ed eleganti. Una immagine sintetica e folgorante, capace di sedurre il pubblico con la qualità eccelsa e con la percezione immediata della proprio vitalità. Una giovane madre è ritratta nel momento in cui, teneramente, sorride al suo bimbo che si è appena destato dal sonno. Alla scena assistono anche la figlia maggiore, una gatta e i suoi due piccoli cuccioli: interpreti di una umanità innocente e spensierata, che l'artista studia e accarezza, addirittura enfatizza nelle espressioni per ottenere i migliori effetti di colore, e infine cattura con virtuosi tocchi di pennello sulla tela. Virtuosismo che troviamo pure nella resa degli oggetti (i muri fatiscenti, le piastrelle sbeccate, le vettovaglie unte e impolverate ecc.) bagnati dalla luce calda che rischiara l'interno domestico.
Stefano Bosi
L'opera è esposta a Palazzo Martinengo Cesaresco a Brescia nell'ambito della mostra
Donne nell'arte da Tiziano a Boldini.
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