Giuseppe Amisani


Giuseppe Amisani (Mede Lomellina 1881- Portofino 1941), "Il Circo"
Dipinto olio su tavola, 183x183 cm, firmato in basso a destra "G. amisani".

Retro recante una targa della mostra celebrativa del pittore del dicembre 1950.

Epoca: primo Novecento

 

"Il Circo", grande dipinto dei primi decenni del Novecento, raffigura un momento di vita mondana caratteristico di quel periodo: uno spettacolo circense, con protagonisti in primo piano una ballerina, degli attori e dei musicisti, ritratti nell’atto di esibirsi. Dipinto facente parte della produzione di Amisani non legata a una committenza, come i suoi numerosi ritratti, ma comprendente scene di vita quotidiana e luoghi frequentati dal pittore, rimanda a quegli scenari tipici della Belle Époque, quali gli intrattenimenti come spettacoli teatrali, di cabaret e circensi. L’attenzione è catturata dalla ballerina che si presenta al centro del dipinto con sguardo sicuro e deciso; i personaggi intorno a lei esprimono bene l’atmosfera di festa.
Il soggetto di questo dipinto potrebbe essere stato ispirato da un altro: Les Saltimbanques di Fernard Pelez, conservato al Petit Palais di Parigi.


La tecnica e lo stile di quest’opera sono quelli caratteristici della pittura di Amisani: pennellata rapida e impulsiva, aiutata dall’uso della spatola per stendere il colore e costruire le forme. 

I colori scelti sono quelli preferiti da Amisani nel suo periodo più maturo: la tonalità sempre chiara, ma mai uniforme; colori chiari e brillanti, declinati in diverse sfumature che rendono il dipinto molto luminoso e fresco. 


Il dipinto reca inoltre un'interessante targhetta sul retro che indica l'appartenenza dell'opera a una mostra celebrativa su Giuseppe Amisani presso una galleria di Milano, la Galleria Cordusio, tenuta nel dicembre 1950. La data corrisponde a un momento successivo la morte dell'artista in cui, dopo un periodo di oblìo, la sua pittura ritornò ad essere apprezzata e ricercata ed ebbero luogo negli anni successivi diverse mostre con le sue opere nella Milano in cui aveva così assiduamente lavorato.


Biografia:

Giuseppe Amisani nacque a Mede Lomellina, in provincia di Pavia, il 7 dicembre 1879. Dopo un diploma di scuola tecnica a Pavia, si trasferì giovanissimo a Milano, nel 1895, per seguire i corsi dell'Accademia di Belle Arti di Brera, dove poté studiare sotto la guida di Giuseppe Tallone e Vespasiano Bignami. Frequentò diversi corsi presso l'Accademia: corso di Figura, di Pittura, di Anatomia, di Prospettiva. Intorno al 1903 partecipò con il suo dipinto Cleopatra Lussuriosa al Premio Gavazzi e al Premio Fumagalli, suscitando sentimenti contrastanti: se in un primo momento gli venne assegnato il premio da condividere con Ambrogio Alciati, in un secondo momento gli venne revocato, giudicando la sua opera "spregiudicata e troppo avveniristica nella tecnica".[1]
Dopo quest'esperienza , vissuta come fallimento personale, Amisani si ritirò alcuni anni presso il paese natale, dove si occupò di decorare la Chiesa della Confraternita dei Battuti e la Chiesa della Trinità.
Al termine del suo periodo di riflessione ritornò a Milano ad esporre nuove opere, partecipando all’esposizione del 1906 per l'inaugurazione del Sempione. Due anni dopo presentò
A se stesso per gli altri (L'Eroe), considerata un'opera innovativa in cui Amisani mostrò più maturità e una ricerca di uno stile personale preciso: colore chiaro, forza drammatica, impostazione lucida, nuovo modo di dipingere. Nei successivi anni continuò a partecipare a diverse esposizioni, fino al 1912 quando ebbe il suo primo grande successo nella tipologia di dipinto che sarà la sua occupazione maggiore: il ritratto. Presentò all’Esposizione Nazionale di Belle Arti della Permanente di Milano e al Premio Fumagalli il Profilo di Lyda Borelli, la celebre attrice: venne lodato per la resa della figura dell’attrice. La vincita del premio Fumagalli gli permise l’anno seguente di intraprendere un lungo viaggio in Sud America che lo porto in Argentina e Brasile dove fece numerosi ritratti e tenne una mostra personale con un centinaio di opere. Nel periodo in cui fece ritorno in Italia i suoi appuntamenti erano più fitti che mai: visita alla Regina Madre Margherita per il Ritratto della Principessa Iolanda, lavoro per le testate dei settimanali, e numerosissimi ritratti per la borghesia milanese che lo poteva trovare in Via Brera. Nel 1914 venne tenuta a Pavia, presso l’Esposizione Nazionale Artistica, una mostra individuale su Amisani, dedicatagli dall’Associazione Amici dell’Arte, e a Milano venne esposta Nuda alla Biennale di Brera. Nel 1915, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, anche Amisani prestò servizio militare, pur riuscendo a continuare l’attività artistica. Nel 1918 partecipò alla mostra annuale della Permanente per la Biennale Braidense e, l’anno seguente, alla Promotrice di Belle Arti di Torino. Negli anni seguenti partecipò alla Biennale di Venezia, alla Biennale di Brera  e di nuovo a Torino alla Società Promotrice di Belle Arti. Nel 1921 espose alla Biennale Nazionale di Napoli e nell’anno seguente a Firenze gli fu assegnato un premio per la sua opera L’Estate. A cavallo fra il 1923 e il 1924 fu a Cortina su incarico dei fratelli Treves per fare le illustrazioni del numero di Capodanno de “L’Illustrazione Italiana” e nel 1923 a Milano tenne un’importante esposizione personale alla Galleria Pesaro, con ben 114 opere.
Continuarono i suoi successi con i ritratti esposti dal 1924 alla Biennale di Venezia, con Figura muliebre, all’Esposizone di Arte Moderna alla Promotrice di Belle Arti di Genova, alla Mostra del Ritratto femminile contemporaneo presso la Villa Reale di Monza e a Pavia vinse il premio “Città di Pavia” per il Ritratto di Carducci.
La sua bravura fu di nuovo premiata quando nel 1925 ricevette l’invito da parte di Re Faud d’Egitto per decorare il nuovo palazzo reale di Ras-El-Tin. Oltre al lavoro nel Palazzo, Amisani fece anche un ritratto divenuto celebre del principe Farouk. Durante i suoi soggiorni in Egitto ebbe modo di eseguire diversi paesaggi caratteristici di quelle terre e ritrarre le persone del luogo. Gli anni seguenti si trovò in Algeria e il Libia e anche all’isola di Rodi per fare paesaggi. L’anno 1926 segna la seconda importante esposizione individuale alla Galleria Pesaro di Milano. Nell’anno successivo Amisani riuscì a farsi strada a Londra, cosa non semplice: espose paesaggi, nature morte e ritratti presso la Arlington Gallery di Bond Street. I suoi lavori furono largamente apprezzati e ricevette nuove commissioni per ritratti dalla borghesia londinese. Dopo il 1927 Amisani tornerà a Londra molte altre volte; successivamente viaggiò in Spagna e Olanda. al 1930 sarà prevalentemente in Italia: Biennale di Venezia, nel 1931 alla "I Mostra Internazionale dell'Arte Coloniale" con le opere del periodo africano, poi a Milano e Portofino.
Proprio a Portofino visse i suoi ultimi anni, fino alla morte l'8 settembre 1941.



[1] (a cura di) Chiara Gatti e Leo Lecci, Giuseppe Amisani. Catalogo della mostra presso il Castello di Vigevano 27 settembre-14 dicembre 2008, Milano, Skira, 2008


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