Armando Spadini


Armando Spadini (Firenze, 29 luglio 1883 - Roma, 31 marzo 1925)


"Testa di donna" o "La fidanzata del Cesarino", 1915

olio su tela, 38 x 27 cm.

Ritratto di donna con colletto di pelliccia bianca.


"Alberi fioriti", circa 1912

olio su tela, 60 x 45 cm, 

pubblicata nel catalogo della Mostra retrospettiva su Armando Spadini a San Pellegrino Terme 1960.


Opere appartenute alla collezione dell'avv. G. C. Ghiglione di Milano.

Pubblicate nella monografia su Armando Spadini con studio di Adolfo Venturi e catalogo dell'opera a cura di Emilio Cecchi.


ARMANDO SPADINI

Dopo aver frequentato la scuola di decorazione di Santa Croce e svolto il praticantato presso botteghe ceramiste, si iscrive alla Scuola Libera del Nudo dell'Accademia di belle arti di Firenze diretta dal maestro Giovanni Fattori.

Nel 1901 partecipa al concorso Alinari dove ottiene il secondo premio per l’illustrazione della Divina Commedia con il quadro Bestemmia e punizione di Vanni Fucci. Di seguito assume notorietà nei circoli artistici e letterari, dove collabora con xilografie e disegni alle riviste Leonardo di Giovanni Papini e Hermes di Giuseppe Antonio Borgese.

Compiuto il servizio militare a Napoli, nel 1905 ritorna a Firenze e concorre al Pensionato artistico nazionale del 1909, dove risulta vincitore.

Nel 1910 si trasferisce a Roma, città che inizialmente vive con diffidenza, ma che ben presto riesce ad apprezzare grazie alla forte amicizia con il critico Emilio Cecchi, che lo considera uno dei più valenti pittori del nuovo secolo e con il quale frequenta l'ambiente di letterati e artisti che si riuniscono al caffè Aragno di via del Corso.

Dopo una prima mostra nel 1912 al Pensionato artistico, partecipa agli eventi della Secessione Romana del 1913 e del 1915 con dieci dipinti, fra i quali Bimbi al sole, riscuotendo i primi successi.

Nel 1918 espone alla mostra d'Arte Italiana di Zurigo e gli viene dedicata una mostra personale presso la Casina Valadier.

L'amicizia con Cecchi e Baldini e la frequentazione dell’ambiente culturale della terza saletta del Caffè Aragno contribuiscono ad avvicinarlo, nel 1919, alla rivista letteraria La Ronda.

Nel 1920 espone a Milano e, grazie all'interessamento di Ugo Ojetti che pubblica una monografia a lui dedicata, vince una cattedra di belle arti a Firenze ma vi rinuncia per non allontanarsi da Roma.

Il crescente interesse intorno alla sua pittura lo solleva dalle difficoltà economiche, ma le condizioni di salute iniziano a peggiorare. Lo stesso anno è nominato accademico di San Luca e dall'anno successivo fa parte del comitato per le Biennali romane (1921-1925).

Nel 1921 partecipa con il gruppo di Valori Plastici alla Fiorentina Primaverile con Ritratto di bambina, Paese e Bovi nella stalla; nel 1923 partecipa all' esposizione di arte italiana a Buenos Aires. Nel 1924 ha una sala personale, con trentasette opere, alla XIV Biennale di Venezia, che lo consacra fra gli artisti di conclamata affermazione ed è presente alla Carnegie Exhibition di Pittsburgh.

Muore a Roma il 31 marzo 1925; le sue spoglie riposano nel cimitero di Poggio a Caiano, città natale della madre, di fronte all'amico Ardengo Soffici.



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